domenica 11 gennaio 2009

Galileo Galilei e la fisica sperimentale
























"... Galileo è completamente e spaventosamente moderno nella sua filosofia coerentemente meccanicistica. Da qui nasce il suo sprezzante rifiuto, in una sola frase, della spiegazione di Keplero delle maree come dovute all'attrazione della luna". Riferendosi a Keplero, Galileo scrive infatti: "il quale, di ingegno libero e acuto, e che aveva in mano i moti attribuiti alla Terra, abbia poi dato orecchio e assenso a predomini della Luna sopra l'acqua, ed a proprietà occulte, e simili fanciullezze". (1)


A questo proposito, dal punto di vista grafologico si osserva che diversa è la combinazione per la fisica sperimentale e quella teorica.
La capacità di sperimentare pazientemente sui moti del pendolo, sulla caduta libera e sulla discesa dei corpi lungo un piano inclinato e su cento altri problemi esaminati dal grande scienziato, richiede una personalità con molta memoria materiale, tipica della strettezza di lettere e tra lettere, in grado di osservare attentamente tutti i diversi aspetti della materia, comprese le variazioni più sottili che possono avvenire in risposta ai minimi cambiamenti ambientali o sperimentali. Quindi un forte disuguale metodicamente, per l'intuizione molto originale, ma anche la strettezza di lettere e tra lettere, che sostiene perfettamente la personalità nel rigore osservativo, e quindi anche interpretativo: niente concessioni, niente voli mentali, ma fatti, intesi proprio come aggancio materiale. E si può capire perché, per lui, l'idea decisamente astratta per il suo tempo, di una forza (ma quale forza?) che collega la luna alle maree possa risultare eccessivamente mistica per un fisico sperimentale con la sua formazione.
Al contrario la fisica teorica necessita di larghezza di lettere e tra lettere almeno sulla media e di adeguata larghezza tra parole (Newton, ad esempio), per avere una mente attratta dalle formulazioni speculative, razionali e concettuali, oltre che per la capacità di cogliere le contraddizioni interne che possono essere presenti nel sistema teorico elaborato.


1 . Arthur Koestler, L'atto della creazione, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1975, pag. 418

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