venerdì 28 novembre 2008

"La fortuna favorisce una mente preparata": Louis Pasteur


Nella primavera del 1879, Pasteur - che aveva allora 57 anni - stava studiando il colera dei polli. Aveva preparato colture del bacillo, ma per qualche ragione interruppe questo lavoro e le colture restarono senza sorveglianza in laboratorio per tutta l'estate. All'inizio dell'autunno, però, riprese i suoi esperimenti. iniettò il bacillo a diversi polli, ma inaspettatamente non ebbero che una lieve malattia e poi guarirono. Pasteur concluse che le vecchie colture si erano guastate, e ricavò un'altra coltura di bacilli virulenti presi da polli colpiti da una nuova epidemia di colera. Comprò anche al mercato una nuova partita di polli e iniettò la coltura fresca sia ai nuovi che ai vecchi. I polli recentemente acquistati morirono tutti nel tempo dovuto, ma, con sua grande sorpresa, i vecchi polli, a cui in precedenza era stata iniettata la coltura inefficace, sopravvissero tutti.
Un testimone oculare ha descritto la scena che ebbe luogo quando Pasteur fu informato di questo fatto curioso. "Restò silenzioso per un minuto, poi gridò come se avesse avuto una visione: 'Non vedete che questi animali sono stati vaccinati!". (1)

La scrittura di Pasteur reperita on line in più versioni, non ha molto a che fare con quella analizzata da Moretti nel volume "I Grandi dalla scrittura": notevole contenimento delle larghezze di lettere e tra lettere per favorire la memoria e l'osservazione della realtà, slancio verticale (intenso dialogo interiore), spirito di iniziativa (Angoli A) e grande tenacia (Angoli B), forte disposizione al controllo (Contorta) fanno sì che la sua famosa affermazione "La fortuna favorisce una mente preparata" senz'altro sia a lui applicabile: è vero che dispone di potenti intuizioni (Disuguale metodicamente) ma è altrettanto vero che lavora in modo instancabile per creare situazioni sperimentali che possono confermare o smentire le sue intuizioni.

1. Arthur Koestler, L'atto della creazione, ed Astrolabio

venerdì 7 novembre 2008

Genesi della scoperta scientifica: Michael Faraday
























"Il pensiero di Faraday era quasi completamente visivo e sorprendentemente alieno dalla matematica. Egli non era portato per la matematica, né aveva ricevuto un'istruzione formale in questa materia che ignorava completamente, a parte i più semplici rudimenti di aritmetica. Eppure poteva 'vedere' le tensioni che circondavano i magneti e le correnti elettriche visualizzandole come curve nello spazio, e coniò la frase 'linee di forza' per designarle. (...)
Faraday vedeva l'intero universo come composto di queste linee di forza e vedeva la luce come una radiazione elettromagnetica. Le sue intuizioni puramente immaginarie portarono non a semplici teorie ma a risultati pratici, compresa l'invenzione della dinamo e del motore elettrico.
Nel 1881 Hermann von Helmoltz, uno dei più grandi fisici matematici del suo tempo, rese omaggio al genio di Faraday, nel discorso in memoria dello scienziato:

"E' quanto mai strabiliante considerare il gran numero di teoremi generali, la cui deduzione metodica richiede le più elevate capacità di analisi matematica, da lui scoperti grazie a una sorta di intuito, con la sicurezza dell'istinto, senza l'ausilio di una sola formula matematica."(1)






















La scrittura di Faraday, effettivamente, dimostra poca attitudine alla matematica. Ciò che colpisce, trattandosi di un fisico, è la notevole indeterminatezza della scrittura a livello formale (Gettata via). Quindi la mente lavora principalmente tramite l'intuizione concettuale (Disuguale metodico, Triplice larghezza con larghezza tra parole disomogenea) e l'immedesimazione affettiva (Pendente, Filiforme), alternando a questi momenti di adesione improvvise contorsioni (Contorta), che implicano controlli bruschi. Questo movimento di controllo appare il principale richiamo alla concretezza oggettiva.
La scrittura è assai oscura, quindi difficilmente il controllo può vertere su dati oggettivi, intesi come materia prima di lavoro di un fisico sperimentale. Forse questo spiega perché percepisse soprattutto correnti energetiche, in quanto la personalità appare più dotata in senso sensitivo e telepatico (Filiforme, Pendente).


1. Larrey Dossey, Alla ricerca dell'anima, Sperling & Kupfer Editori