lunedì 15 settembre 2008

Missing: Giovanni Luisetto
























A molti di quelli che hanno approfondito la storia della grafologia morettiana appare non comprensibile la ragione per cui la possente visione psicolog
ica e grafologica elaborata da
M
oretti, alla morte del fondatore si è trovata spaccata in due: da una parte l’affascinante
aspetto organizzativo e didattico, che ruotava intorno alla grande anima del padre Lamberto Torbidoni e all’Istituto G. Moretti di Urbino; dall’altra l’affascinante aspetto legato alla potenza psicodiagnostica del metodo morettiano, incarnato dalla grande anima del padre Giovanni Luisetto, che è rimasto sempre estraneo alla vita didattica dell’Istituto stesso. E nonostante il fatto che i due nutrissero una profonda stima reciproca, va dato atto del fatto che rappresentavano due realtà della grafologia morettiana che, per qualche strano motivo ancora misterioso, via via che passavano gli anni restavano in modo sempre più evidente totalmente scisse.

In pratica si è verificato il fatto che, nonostante Moretti stesso avesse individuato in Luisetto il maggior conoscitore del suo metodo, a Urbino giravano insistenti voci di corridoio che sostenevano che, in realtà, le analisi grafologiche di padre Luisetto, così devoto al Moretti, fossero un po’ sballate. Sull’altro fronte le battute erano altrettanto drastiche: Luisetto, se interrogato in merito, non si curava di sfumare la sua netta opinione secondo cui a Urbino veniva insegnata la grafologia da persone che non avevano una reale competenza in merito.

Comunque siano andate le cose, ci troviamo ora di fronte ad un vero colpo di spugna: l'eliminazione di tutte (con l'unica eccezione del Trattato) le introduzioni di Giovanni Luisetto dalle ristampe dei libri di Moretti.

Non so proprio quale sia la versione ufficiale di un fatto che si presenta chiaramente come l'oscuramento definitivo di quello che Moretti considerava, sotto moltissimi aspetti, il suo erede.
Dato l'interesse storico e psicologico di quelle introduzioni, si tratta di una grossa perdita di cultura grafologica morettiana. Quindi non è un operazione limitata al semplice oscuramento di una persona, sia pure così significativa nella storia della grafologia morettiana, ma si tratta della creazione artificiosa di un vuoto per cancellare definitivamente il patrimonio personale di conoscenze che deteneva.

1 commento:

  1. Come commento desidero trascrivere le parole dello stesso Moretti scritte su di sé e riportate nella prefazione di Luisetto in una edizione del 1982 nel libro: PADRE GIROLAMO MORETTI E LA SUA GRAFOLOGIA - v. pag. 3

    Moretti tra le varie cose scrisse (24-10-1958):

    "Non avrei mai creduto di impormi con la scienza grafologica sì da fare ritenere per scientifico soltanto il mio metodo col quale e solo col quale (almeno finora è così) si può fare un'analisi grafologica profondamente rispondente a verità.
    Non mi sono mai curato dell'accettazione o meno dei miei responsi grafologici e per questo non mi sono sentito mai costretto a sacrificare la verità per riguardi verso personalità sia pure celebri davanti al mondo scientifico o artistico.
    ....Vedo chiaro, come non mai prima di adesso, che la persona umana deve contraddire alle sue convinzioni spesso imbastite dalla forma a sè favorevole che si è acquisita e conservata nel subcosciente o mascherata nel sopracosciente per attenersi alla veracità, cosa tanto difficile e messa in atto soltanto da coloro che sono veramente onesti e...."

    Dalle sue parole si può apprendere molto, sia riguardo alla presunzione umana che all'altra faccia della medaglia, quella dell'umiltà umana.

    Credo che se c'è una verità, la si possa raggiungere con il contributo di tutti.

    Alga Guernieri

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