
Impossibile descrivere brevemente Giulio Andreotti.
Meglio citare Beppe Grillo, che ha efficacemente sintetizzato la complessità del personaggio in questo modo:
«Non sapremo mai la verità su Andreotti, la sapremo quando morirà e gli toglieranno la scatola nera dalla gobba...»
Oppure Oriana Fallaci:
"L'intelligenza, perbacco se ne aveva. Al punto di potersi permettere il lusso di non esibirla. A ogni domanda sgusciava via come un pesce, si arrotolava in mille giravolte, spirali, quindi tornava per offrirti un discorso modesto e pieno di concretezza. Il suo humour era sottile, perfido come bucature di spillo. Lì per lì non le sentivi le bucature ma dopo zampillavano sangue e ti facevano male."

"Il personaggio racchiude in sé tre elementi affascinanti: la forza simbolica dell'uomo di potere, quella reale di uno che ha segnato cinquant'anni di storia italiana e poi una complessità psicologica formidabile."
"Davanti al progetto di un film su di lui non appariva né seccato né lusingato. Si schermiva con frasi: 'Meglio lo facciate dopo la mia morte'. Mi è apparso assai poco interessato a quanto avevo da dirgli. E moderatamente interessato a quello che mi diceva. La mia impressione è che, sotto l'apparente modestia, nutra un forte complesso di superiorità. Non tratta nessun interlocutore alla pari. Carpirgli un tratto di umanità è impresa disperata. anche per via della blindatura cinica." (1)
Con queste premesse, è come pretendere di analizzare psicologicamente la sfinge!
Accettando la sfida, della scrittura colpisce la
Nessuna arte diplomatica, in Andreotti, ma un pensiero rigoroso, profondamente originale (Disuguale metodicamente), tendente alla profondità e ad una discreta apertura nel giudizio.
Ciò che effettivamente si coglie è una mente inquieta (Scattante), curiosa (Disuguale metodicamente), indagatrice (calibro piccolo), equilibrata nel giudizio (Ponderata).
A livello di sentimento, si coglie qualcosa che ha a che fare con la diffidenza precauzionale, associata senz'altro al segno Rovesciata, ma anche a quella torsione letterale che, a livello di ritmo, rallenta l'espressione del suo pensiero. Essendo un uomo estremamente esigente, anche nei confronti di se stesso, rallenta mentre cerca la sintesi massima del suo pensiero unico e originale. E per fare questo ci vuole tempo.
Leggendo la descrizione di Oriana Fallaci, colpisce il parallelismo con la grafia: " ... si arrotolava in mille giravolte, spirali, quindi tornava per offrirti un discorso modesto e pieno di concretezza." L'apparente modestia e concretezza provengono dalla fortissima tendenza alla semplificazione senza sacrificare in alcun modo l'essenza della cosa esaminata, e non certo al fatto che sia un uomo 'concreto'. Al contrario è un uomo che ama interrogarsi continuamente a livello mentale. Anche il fatto di non aver bisogno di esibire la sua intelligenza, è dovuta alla sua sicurezza interiore in merito alla potenza e all'originalità del suo pensiero (calibro piccolo, disuguale metodicamente, triplice larghezza sopra media: una combinazione di grande potenza!).
Di lui si può dire: in ogni cosa che ha fatto, c'era la piena consapevolezza di un uomo che ha pesato, ponderato, semplificato e molto diffidato, sicuramente degli altri, e probabilmente anche di sé. Per questo la citazione che gli è attribuita, "A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina", è qualcosa che gli appartiene anche a livello di personalità.
1. Il Venerdì di Repubblica, 9 maggio 2008