Sembra ormai definitivamente chiarito il contributo di quanti resero possibile a Watson e Crick la scoperta della struttura del materiale genetico, la famosa "doppia elica", che spiega il modo attraverso il quale il Dna si trasmette da un organismo ad un altro. È il 1953 ed il DNA viene alla ribalta: fino allora, si sapeva solo che il Dna era la sostanza che conteneva tutte le informazioni necessarie alla vita. Le cronache del tempo esaltarono il fatto ma non menzionarono la scienziata senza la quale la scoperta non sarebbe stata possibile: Rosalind Franklin.
È a lei che, nel 1951, il direttore del dipartimento di biofisica dell’Università di Londra affida il compito di decifrare la struttura del Dna. In poco tempo, Rosalind mette a frutto i suoi studi e perfeziona la cristallografia a raggi X, una tecnica innovativa che utilizza i raggi X per fotografare i costituenti di tutti i materiali viventi e non viventi, gli atomi. Utilizzando la cristallografia, Franklin riuscì a fare la prima fotografia dello scheletro del Dna e della sua conformazione arrotolata. Fu quella fotografia, insieme ai dati da lei elaborati, che permise a James Watson e Francis Crick, venuti segretamente in possesso del materiale, di pubblicare nel 1953 la dettagliata descrizione della molecola. Dieci anni dopo, quella pubblicazione valse a Watson, Crick ed a Maurice Wilkins, uno scienziato che lavorava nello stesso laboratorio della Franklin, il premio Nobel per la medicina e la fisiologia. Nessun riconoscimento fu invece assegnato a Rosalind Franklin, la donna che, con le sue fotografie, permise la più grande rivoluzione scientifica del XX secolo e che perfezionò la tecnica della cristallografia a raggi X, ancora oggi il modo principale di decifrare la struttura e la forma delle molecole biologiche. Nell’anonimato, Rosalind Franklin muore di cancro nel 1958.
Molti anni dopo Watson così ricostruisce i fatti: "Come sapete, le leggende narrano che io e Francis (Crick) abbiamo rubato la struttura ai ricercatori del King's. Mi avevano mostrato il diffrattogramma ottenuto ai raggi X da Rosalind Franklin: wow! era un'elica! Ed ecco che un mese dopo avevamo la struttura; Wilkins non avrebbe mai dovuto mostrarmi la foto.
Non sono andato a frugare in un cassetto per rubarla; mi è stata mostrata, e mi sono state comunicate le dimensioni, il periodo di 34 angstrom che, in effetti, sapevo a mala pena cosa significasse. Be', insomma, la fotografia della Franklin è stata l'evento fondamentale. Dal punto di vista psicologico, è stata una chiamata alle armi." (1)
L'elemento nuovo, in questa descrizione, è l'esplicita ammissione del fatto che la famosa fotografia 51 della Franklin costituì un punto di svolta fondamentale per i due ricercatori.
A parte le ovvie considerazioni sul fatto che è sempre più difficile attribuire le scoperte scientifiche a dei singoli ricercatori, a cause della crescente complessità delle competenze necessarie non solo dal punto di vista scientifico ma anche tecnologico, e l'altrettanta ovvia considerazione che gli uomini sono sempre molto più disposti delle donne a sgomitare per avere riconoscimenti e premi, ciò che mi interessa segnalare in questa sede di studi grafologici è il fatto che l'ingresso delle donne nel mondo dell'infinitamente piccolo ha portato anche per queste un'enorme rimpicciolimento grafico: le donne, buttandosi nel mondo della scienza, non solo hanno invaso un campo che era stato per secoli vissuto come totalmente estraneo, ma anche hanno rinunciato ad incarnare la tradizionale immagine femminile di esseri prevalentemente basati sul sentimento, quindi non abbastanza razionali o logiche per la ricerca scientifica.
Il calibro piccolo segnala sempre che è in atto una grande attività mentale, basta sull'osservazione del reale a scopo investigativo.
Quindi una rivoluzione femminile interiore altrettanto eclatante quanto quella esteriore, data dal vederle entrare, all'inizio, nei santuari del sapere riservati ai soli uomini.
1. Brenda Maddoz, Rosalind Franklin - La donna che scoprì la struttura del DNA, Mondadori, 2004 (da cui è tratta la scrittura riportata sopra).
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