martedì 30 novembre 2010

Il sogno americano: John Davison Rockefeller (1839-1937)


Uno studio condotto da due psicologi americani, Dan Ariely e Michael Norton, sembra rivelare che il sogno americano relativo alla mobilità sociale - secondo il quale le capacità personali e l'intraprendenza sono i requisiti necessari per la scalata sociale - sia un falso. Infatti, mentre tutti gli intervistati (americani) ritengono che l'America sia il Paese delle grandi opportunità, dove chiunque può diventare ricco come Rockfeller, in realtà è vero il contrario. Secondo l'economista Miles Corak, in termini di mobilità salariale tra le generazioni, gli Usa sono molto in basso nella classfica mondiale. Quindi chi nasce povero, ha moltissime probabilità di rimanere tale. (1)

Ma vediamo da vicino l'uomo che più di ogni altro ha incarnato il sogno americano.
Figlio di un presunto medico che si vantava di aver inventato medicine capaci di curare tutte le malattie, il giovane Rockefeller inizia la sua scalata come contabile in una piccola società. Ben presto coglie le possibilità legate alla raffinazione del petrolio: diciamo che per questo non ci voleva un particolare intuito, in quanto la sua città natale, Cleveland, era una delle cinque principali città degli Usa per la raffinazione del petrolio.
Dove Rockefeller si rivelerà un vero squalo sarà nell'affondare tutti i suoi diretti rivali, acquisendo quasi tutte le raffinerie di Cleveland e dintorni.
Il limite alla sua capacità di dominare l'intero settore sarà solo di ordine legale: nel 1911 la Corte Suprema degli Stati Uniti sancirà l'illegalità del monopolio di Rockefeller (che controllava il 64% del mercato) e ordinerà ai dirigenti di spaccare la compagnia. Fu così che nacquero 34 compagnie separate.


La prima firma è del 1891 (52 anni) e non è molto diversa dalla seconda (79 anni).
Grafologicamente risulta molto spiccato il segno Intozzata II modo, la cui intensità è ulteriormente rafforzata dalla generale lentezza della scrittura.
Pertanto non un intuitivo, spericolato operatore finanziario, che ha colto delle opportunità non visibili ai più, ma un uomo psichicamente piuttosto frammentato, ancorato al piano materiale dai contraccolpi della sua emotività, che lo portava a iperreagire a stimoli anche neutri, radicandosi in modo conclusivo perché doveva rendere conto a parti di sé che lo aggredivano con molta violenza.

Come scrive Moretti, "Nella emotività principalmente viene colpito il sentimento, cioè la parte che precipita verso la accessibilità. Questo obnubila la ragione. Per conseguenza cresce l’agitazione fisica. Il soggetto emotivo tende a determinazioni repentine ed improvvise tanto di difesa come di offesa. (…) Gli emotivi possono arrivare a mania di persecuzione, di incomprensione, a convincimento di non trovare la via giusta, a manie religiose, scientifiche ed artistiche, sensuali, affettive. Il segno della mania sta nell’Intozzata II modo. " (Sc, 32.)

Grafologicamente risulta, pertanto, un soggetto piuttosto squilibrato. Si noti, inoltre, la presenza a tratti del segno Filiforme ad altissimi livelli (ipersensibile rispetto a sé a sprazzi e durissimo in altri momenti), e le aste con il concavo a destra, segno di cessione dove si inteneriva. E se si inteneriva, doveva assolutamente avere l'oggetto del suo intenerimento

Al di là dei dati biografici indicati sopra, sarebbe molto interessante entrare nella vita quotidiana per vedere l'impatto dell'Intozzata II modo di tale portata all'età di 50 anni, e avere campioni precedenti per verificare la stabilità o la progressiva evoluzione del segno.


(1) Loretta Napoleoni, "Il sogno americano? Un falso, ma ci credo", il Venerdì di Repubblica, N° 1184, 26.11.10.

domenica 31 ottobre 2010

Le "Strane creature" scoperte da Mary Anning


Disegno del plesiosauro che Mary Anning scoprì nel 1821

Bello il romanzo di Tracy Chevalier, Strane creature, basato sulla storia vera di Mary Anning (1799-1847), ricercatrice di fossili e paleontologa, che divenne famosa nel mondo scientifico dell'epoca grazie alle sue importanti scoperte di resti del Giurassico, fra le scogliere del Dorset e del Devon.
Fin da bambina imparò dal padre a riconoscere, prelevare, ripulire e vendere fossili, perfettamente ricomposti, nonostante si trattasse di animali ancora del tutto sconosciuti.

"Meraviglioso esempio del favore divino, quella povera ragazza ignorante ... grazie alle sue letture e alla sua diligenza, è arrivata a un grado di conoscenza tale da potersi intrattenere con professori ed altre persone competenti, e tutti riconoscono che ne capsice più di scienza di chiunque altro nel regno", scrive Lady Harriett Silvester nel 1824.


Questa ragazza 'ignorante' era talmente competente nel suo campo da essere in corrispondenza con molti eminenti geologi del suo tempo, tra i quali William Buckland, a cui è diretta la lettera sotto riportata (non datata).


Non stupisce, nella scrittura di Mary Anning, la presenza di importanti segni sostanziali che indicano la forza della sua mente e del suo carattere: in primo luogo il Disuguale metodicamente sopra media (almeno 7/10) per l'originalità; gli Angoli A per l'intraprendenza e la piena attivazione delle risorse dell'Io; Slanciata per il forte intuito pratico che la guidava nella sua ricerca; Pendente per il bisogno di entrare in relazioni affettive con il mondo; larghezza tra parole sotto media, tale da non ostacolare l'immediatezza della visione intuitiva che la caratterizzava.

La scrittura, come si vede, appare quella tipica di una persona molto scolarizzata, pur essendo stata troppo povera per aver potuto usufruire di una qualsiasi istruzione formale.









mercoledì 28 aprile 2010

Raimondo Vianello e Sandra Mondaini




Una coppia nella vita reale, oltre che nella recitazione: sempre insieme, anche se giocando alla noncuranza reciproca, in quella eterna ricerca finalizzata a trovare qualcuno di meglio perché lei non è abbastanza sexy per lui, e lui non è abbastanza intrigante per lei, in uno schema ormai consolidato negli anni.
Osservando le due scritture si vede chiaramente che i due attori hanno parecchie doti in comune: calibro grande in entrambi, Fluida ad altissimo livello, un bel Dritta (sostenutezza e riservatezza), le aste rette (inflessibilità) e dei buoni Angoli A (reattività, permalosità). Lei appare più diplomatica (Angoli C), decisamente più furba, e lui più brusco; del resto questa differenza è sempre stata spesa nella recitazione.
Due caratteri simili, fieri e battaglieri, cosa che psicologicamente dovrebbe determinare grande ammirazione reciproca, ma non passione fisica.

mercoledì 31 marzo 2010

Edgar Lee Masters: l'avvocato poeta


Lo scrittore e poeta americano Edgar Lee Masters (1869-1950), avvocato di professione, ma meglio conosciuto per la sua raccolta di poesie, Antologia di Spoon River, esemplifica in modo egregio le difficoltà legate all'individuazione delle attitudini professionali dalla scrittura: ma ci si vede la vocazione del giurista o la sensibilità del poeta?

La scrittrice Fernanda Pivano, che ha tradotto la famosa raccolta, racconta: «Ero una ragazza quando ho letto per la prima volta Spoon River: me l'aveva portata Cesare Pavese, una mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è tra la letteratura americana e quella inglese»(1). Fu un vero colpo di fulmine: «L'aprii proprio alla metà, e trovai una poesia che finiva così: mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì. Chissà perché questi versi mi mozzarono il fiato: è così difficile spiegare le reazioni degli adolescenti[1]».

E per gli studiosi di maschile e femminile, ecco una riflessione del poeta sulla chimica dell'amore.

TRAINOR, IL FARMACISTA

Solo il chimico può dire, e non sempre,
cosa verrà fuori dall'unione
di fluidi o solidi.
E chi può dire
come uomini e donne reagiranno
fra loro, o quali figli ne risulteranno?
C'erano Benjamin Pantier e sua moglie,
buoni in sé stessi, ma cattivi l'uno con l'altro:
lui ossigeno, lei idrogeno,
loro figlio, un fuoco devastatore.
Io, Trainor, il farmacista, un mescolatore di sostanze chimiche,
morto mentre facevo un esperimento,
vissi senza sposarmi.


1 - Fernanda Pivano nell'introduzione all'edizione italiana della Antologia di Spoon River (http://it.wikipedia.org/wiki/Antologia_di_Spoon_River)

domenica 28 febbraio 2010

Egon Schiele a Milano


E' stata inaugurata al Palazzo Reale di Milano una mostra dedicata all'artista austriaco Egon Schiele (1890-1918).
Guardando il suo autoritratto (a sinistra) è difficile credere che il suo primo amore sia stata la pittura di Klimt, da cui presto si stacca, trasformando il decorativismo della linea klimtiana in un segno aspro e nervoso di drammatica incisività espressiva.

Significativo rappresentante dell'espressionismo tedesco, brillante disegnatore, Egon Schiele spinse in senso drammatico l'erotismo moderato di Klimt, presentando un sesso crudo, fatto di nudi estremamente magri e sfiniti, utilizzando una linea tagliente ed incisiva per esprimere la sua angoscia e per mostrare impietosamente il drammatico disfacimento fisico e morale legato alla condizione umana. Muore a Vienna a soli 28 anni.

La prima scrittura pare essere una lettera alla moglie scritta dal fronte nel 1915, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale. Tuttavia già più di un anno prima della morte emerge un netto peggioramento delle sue condizioni psicologiche: la grafia somiglia sempre di più ai suoi quadri, denotando un'interiorità estremamente risentita, aggressiva, che inevitabilmente proietta all'esterno la visione di un mondo ostile, crudele, violento, fatto di angoli acuti, strettezza di lettere e tra lettere, intozzature di primo modo, aste rette come pugnali. La luce si è spenta, l'abbondanza ha lasciato il piano della Terra, e ciò che resta è solo la visione di un mondo spietato che divora i suoi figli, dopo averli torturati in ogni modo possibile. A questo punto, però, è difficile continuare a vivere.

domenica 24 gennaio 2010

Il diario di Anne Frank

Da una settimana il quotidiano Repubblica annuncia l'uscita del famoso diario con questa immagine fortemente contraddittoria: da una parte la foto di una bambina, dall'altra una scrittura sbalorditiva se rapportata all'età di Anne Frank nel 1942: 13 anni. La prima impressione è quella di una persona maturata e invecchiata in modo assai precoce, come si deduce dalla forte coesione, angolosità, sicurezza e rigidità che caratterizza il testo scritto.



Tuttavia, per quanto le avversità possano temprare in modo diverso e imprevedibile una personalità, l'attribuzione non sembra possibile.
Una ricerca ulteriore condotta su Internet fa invece supporre che la scrittura riportata sia quella del padre. Infatti, altre immagini del famoso diario rivelano la contemporanea presenza di due scritture ben diverse tra loro, una delle quali è compatibile con l'età di Anne.



Le due scritture sono state entrambe attribuite ad Anne Frank, come rivela questo confronto.


























Questa scrittura presenta notevoli segni di sofferenza psichica, legati soprattutto alla frammentazione grafica, ma inseriti in un contesto di rotondità e di titubanza compatibile con l'età di Anne.



Mentre quest'altra scrittura, attribuita sempre ad Anne Frank, è compatibile con quella di un uomo adulto. Potrebbe appunto essere quella del padre, che ha trascritto i diari della figlia prima di pubblicarli.




Vediamo ancora un altro campione attribuito ad Anne.