martedì 24 febbraio 2009
L'emancipazione delle donne: Florence Nightingale
Se è vero che ognuno di noi nasce con qualche fissazione, quella di Florence Nightingale (1820-1910) è senza dubbio quella di migliorare il sistema ospedaliero inglese.
Nel suo caso, essendo lei assai ricca di nascita, non bisogna pensare però ad un qualche hobby per passare il tempo, in quanto gli ospedali dell'epoca erano luoghi spaventosi a dir poco: date le pessime condizioni igieniche che li caratterizzano, inevitabilmente erano causa di diffusione di ulteriori orrende malattie infettive, non certo luoghi di terapia. Tra le molte cause del diffondersi di infezioni, vi era anche quella dovuta al fatto che i medici non si lavavano le mani prima di eseguire interventi chirurgici ed entravano in sala operatoria con gli stessi abiti che indossavano per strada. Ovviamente la mortalità intraospedaliera era altissima.
"Nightingale intuisce che per migliorare i risultati dell’assistenza sanitaria britannica era necessario iniziare a lavorare su alcuni concetti fondamentali, quali l’igiene degli ambienti e degli stili di vita, l’organizzazione dei servizi socio-assistenziali e la relazione d’aiuto con i malati. È intorno a questi concetti che riuscirà a costruire le basi per la nascita e lo sviluppo del Nursing. Le idee di Nightingale suscitarono enorme interesse negli ambienti governativi inglesi, grazie alle sue capacità di sostenerle attraverso gli strumenti dell’evidenza scientifica, che all’epoca cominciavano ad assumere grande rilevanza, anche per il diffondersi in Europa del pensiero positivista. Durante la Guerra di Crimea, in cui Inglesi, Francesi e Turchi combatterono contro i Russi, il Governo britannico la nominò sovrintendente del corpo di infermiere degli Ospedali Riuniti inglesi in Turchia. L’ospedale di Scutari aveva migliaia di letti affollati in 6 chilometri di corridoi lunghi e sporchi: era infestato da topi, non c’era acqua ed i bagni intasati traboccavano nelle corsie. Nightingale vi arrivò con 38 infermiere, di cui solo 12 sarebbero sopravvissute. Ella dimostrò che l’alto tasso di mortalità per malattie tra i soldati (42%) era correlato all’inadeguatezza dell’assistenza e, nonostante gli ostacoli frapposti dagli ufficiali medici, che non accettavano questa teoria, potendo contare sui fondi ottenuti da donazioni private, con grande determinazione riuscì a dotare il Barrack Hospital di Scutari di efficienti servizi igienico-assistenziali e di idonee infrastrutture. Il tasso di mortalità scese al 2%. Attraverso il rilievo di queste osservazioni e l’applicazione di modelli matematici, riuscì a dimostrare la fondatezza delle sue teorie..." (L. Lancia e C. Petrucci, in L'infermiere N.4/2005).
Un personaggio di una lucentezza veramente abbagliante, anche se quella percentuale del 2%, così a naso, sembra più agiografica che realistica, senza togliere nulla alla genialità e all'intraprendenza di questa donna.
Nel Venerdì di Repubblica del 4.07.2008 è comparsa una breve recensione di un film tv della Bbc (Florence Nightingale) che presenta una rivisitazione dell'eroina inglese fondatrice dell'infermeria moderna, mettendone in luce altri aspetti: non sarebbe stata un angelo, ma una lady di ferro incline all'errore in quanto, tanto per fare un esempio, per ogni soldato curato molti morivano nell'ospedale da campo allestito, per errore, su un canale fognario. La protagonista del film, l'attrice Laura Frase, e il regista spiegano: "Il film non inventa nulla: è tutto scritto nelle lettere di Florence." "Ma intanto gli inglesi si interrogano sulla fiction: operazione revisionista o voglia di raccontare l'altra metà, meno conosciuta, della storia?"
Il personaggio, a mio avviso, è veramente di enorme interesse per una serie di motivazioni sociologiche, prima ancora che psicologiche.
Innanzitutto, quando troviamo una donna che nell'ottocento agisce con una tale potenza di penetrazione fattiva nel mondo, quasi sempre necessita di notevoli Angoli A; e anche questo caso non fa eccezione.
Sotto un altro punto di vista, anche la sua intensa capacità di reggere il dolore umano senza lasciarsene sopraffare, ha bisogno di grande reattività, vale a dire ancora di Angoli A e B.
Inoltre, in quanto donna, era una figura talmente di rottura per la mentalità corrente (alle donne non era certo consentito di occuparsi di medicina) nella sua pretesa di voler imporre ai medici (maschi) di cambiare il loro comportamento per rispettare delle norme igieniche, che non possiamo neanche supporre, a livello di personalità, che non fosse ampiamente supportata, nella sua capacità di resistere, dagli Angoli A e B sopra media.
Circa gli errori di cui è imputata dalla critica storica più recente, la grafologia potrebbe dire solo questo: l'attivazione della personalità è al massimo livello. In questo senso non c'era distrazione, incuria, superficialità o trascuratezza nel suo modo di agire. Inoltre anche l'intuizione si presenta ben attivata e originale (Disuguale metodicamente), unita a grandissime capacità empatiche (Sinuosa, Pendente).
Certo, il rigore scientifico non poteva essere il suo forte (eccessivi angoli, eccessiva pendenza), e questo rende ragione anche di quel poco credibile "2%", in quanto oggettivamente era impossibile, al di là della buona volontà e delle massime capacità dispiegate, portare la mortalità dell'epoca, per di più in condizioni di guerra, a valori così bassi (prova ne è l'altissima percentuale di mortalità che ha investito le infermiere che l'hanno accompagnata in Crimea).
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