mercoledì 30 aprile 2008

Il mitico tenore Enrico Caruso

Caruso (1873-19219), noto per la sua calda voce, di grande potere emotivo, fu anche uno dei primi cantanti lirici ad incidere dischi. Nel 1903 debuttò al New York Metropolitan Opera, e qui lavorò per ben 17 anni, interpretando 36 differenti ruoli in 607 rappresentazioni.

Su Wikipedia si legge che:

"Le doti naturali del giovane Caruso, per la verità, non apparivano indiscutibili: aveva voce poco potente, facile all'incrinatura sugli acuti e decisamente "corta", sì che, a volte l'emissione di un semplice "la" naturale poteva causargli delle difficoltà, al punto che lo si sarebbe potuto anche considerare un baritono. Con l'applicazione, tuttavia, Caruso, da intelligente autodidatta particolarmente esigente nei propri confronti, arrivò a sviluppare una personale tecnica vocale (in cui l'intero torace - ad un tempo mantice e organo - vibrava amplificando magnificamente i suoni) tale da correggere tutti i principali difetti dei primi anni di carriera, utilizzando il naturale colore scuro della voce come un elemento di virile seduzione."

E ancora:

"Dopo un'operazione alle corde vocali, subita nel 1910, come ben testimoniato dai dischi, la voce divenne ancora più brunita, talune agilità gli furono precluse e sempre più faticoso divenne l'uso della mezzavoce. Ciò non di meno Caruso rimase un interprete inarrivabile per impeto e passionalità e, almeno fino al si acuto, in grado di afferrare di slancio acuti tonanti che mandavano in visibilio il pubblico e risuonavano anche nelle numerose incisioni di canzoni napoletane. L'onerosissima tecnica vocale elaborata da Caruso fu certamente corresponsabile della sua morte prematura che, peraltro, valse a consacrare il mito del "tenore dei tenori" prima che un reale declino ne potesse intaccare la gloria."

La cosa interessante da osservare è che effettivamente la pressione è distribuita in modo strano: l'alternanza metodica di pressione tra ascendenti-filiformi e discendenti-marcati si verifica a tratti; in altri punti compare un tracciato, invece, quasi filiforme. E' la penna che non scrive bene? Eppure la tendenza si vede, anche se in modo meno intenso, nella seconda scrittura riportata.
Qui ci vorrebbe un esperto di musica per verificare se i vuoti di pressione, che caratterizzano la grafia di Caruso, hanno qualcosa a che fare con le difficoltà vocali di cui si parla sopra.

lunedì 21 aprile 2008

Il soprano Nellie Melba: una voce potente





































Helen Porter Armstrong (1861-1931), adottò il nome di Nellie Melba in ricordo della sua città natale, Melbourne.
Abbandonò l'Australia a 27 anni trasferendosi a Parigi per studiare canto. Ben presto fu scritturata dai più importanti teatri d'opera del mondo.
La sua voce, distribuita su tre ottave di estensione, fece di lei l'interprete ideale per la nascente industria discografica.
La sua voce di soprano lirico, dotata di notevole agilità, fu particolarmente apprezzata in Inghilterra e negli Stati Uniti. Di lei rimangono oggi oltre duecento registrazioni in un repertorio che spaziano dall'opera italiana a quella tedesca a quella francese.



Nel suo libro di grafologia somatica, Il corpo umano dalla scrittura, Moretti indica le caratteristiche della voce atta per il canto:

1. TONO (sonorità): scrittura con aste munite di chiaroscuri naturali in un contesto di fluidità. "La voce sonora ... suppone tutta la libertà di oscillare secondo il tono."

2. INTENSITÀ: può essere drammatica e lirica. "La voce drammatica ha per segni grafologici il chiaroscuro naturale e il segno marcata." (come nella scrittura di Nellie Melba). "La voce lirica ha per segno il chiaroscuro naturale in una scrittura non marcata." (Callas)

"l'arte si desume da altri segni, e principalmente dal segno Sinuosa e dal segno dis. met.
Il primo segno dà agio all'artista di sentire il sentimento del pubblico e creare una corrente tra lui e l'uditorio; il secondo segno gli dà la potenza dell'arte. Ci sono dei cantanti e delle cantanti ammaliatrici appunto per la congiunzione dei segni dis. met. e sinuosa." (C.U., 198)


Osservazione di una non esperta di musica: la marcatura mi sembra eccessiva per la sensibilità attuale, ma giustifica l'eccezionalità dell'estensione.

Da segnalare l'intensità del segno Aperture capo A-O, che favorisce l'interpretazione del sentimento passionale.